Masso del Bercemme (Salvarano)
Potrebbe addirittura risalire all’età del Bronzo, il grande masso recuperato nell’alveo del rio Bercemme, sulle colline di Salvarano. Su questo importante ritrovamento si concentrano le attenzioni del mondo accademico e scientifico già dal 1996, ma solo nel 2011 il reperto è stato recuperato e collocato in una teca all’eremo di San Michele a Salvarano.
Fu un passante a scoprire il grande masso, che presto venne fatto risalire dal professor Luigi Vernia, uno dei più grandi petrografi italiani, all’epoca preistorica. Sul masso sono stati scolpiti in altorilievo, con uno strumento metallico, due oggetti piatti che ricordano per il loro profilo le palette di legno trovate in diversi siti dell’età del Bronzo della pianura padana, oppure riconosciute fra i graffiti della val Camonica o della val di Susa.
Secondo l’archeologo James Tirabassi, “la datazione è molto difficile: la paletta con cui sono state fatti i solchi visibili sulla pietra potrebbe essere preistorica, ma anche medievale. Si tratta – ha spiegato – di palette utilizzate per l’alimentazione durante la preistoria, ma in epoche differenti venivano impiegate anche per le cerimonie di sepoltura”.
Surprise! (Parco di Roncolo)
Realizzata da Giulia Poppi e Caterina Morigi nell’ambito del progetto “Sconfinamenti” , la scultura/installazione collocata al Parco di Roncolo vuole essere una presenza artistica inattesa che si innesta nello sguardo quotidiano. Il titolo “Surprise” fa riferimento ad una tipologia di mostra che aspira a incuriosire il pubblico attraverso la presenza dell’arte contemporanea nelle terre matildiche, ricorrendo a forme espressive che caratterizzano l’approccio artistico delle nuove generazioni.
Con queste premesse, Caterina Morigi e Giulia Poppi hanno scelto per Surprise di firmare un progetto a quattro mani: le adamantine, tre sculture/installazioni posizionate rispettivamente al Parco di Roncolo (Quattro Castella), al Tempietto del Petrarca (Selvapiana) e al Parco Fola (Albinea) che, nella forma, si richiamano agli “specchietti per le allodole”, oggetti abitualmente utilizzati dai cacciatori per attirare questo tipo di volatili, che un tempo popolavano le campagne reggiane. Attualmente, le allodole sono considerate una specie protetta in pericolo di estinzione. Le artiste hanno eletto questo strumento venatorio protagonista del loro intervento in virtù del fascino formale che esso riveste in sé, ma anche per attuare un ribaltamento di senso attraverso il linguaggio dell’arte: richiamare la presenza di un uccello che incarna uno dei simboli universali della poesia, in modo che il suo canto possa nuovamente diffondersi tra le campagne reggiane.
Le adamantine sono tre grandi sculture/installazioni in alluminio, che presentano la medesima struttura “aghiforme”, con uno stelo ben ancorato al terreno, mentre nella parte superiore si caratterizzano per la presenza di una testata dalla forma “alare”, in grado di roteare al vento come una girandola. Sulla superficie della testata le artiste hanno inserito dei dischi tondeggianti in gres, e quando la luce del sole incontra l’alluminio lucidato o gli inserti in porcellana si determina un’accesa vibrazione luminosa, potenziata dal movimento rotatorio del congegno. L’elemento luminescente è una componente fondamentale de Le adamantine, al fine di creare una comunicazione a distanza tra le opere stesse, posizionate in tre differenti comuni, così come avveniva in età medievale tra i castelli collocati sulle colline delle terre matildiche, dove i segnali erano affidati anche all’utilizzo di specchi riflettenti.
Il termine “adamantino” indica un materiale puro, solido e splendente, mentre in gemmologia è riferito a un tipo di materia dotata di una lucentezza intermedia tra vetro e metallo, le stesse componenti che caratterizzano le opere pensate dalle artiste per “Surprise”.
Monumento ai Caduti (Puianello)
L’opera è stata realizzata da Saverio Coluccio, 56 anni, insegnante di Educazione Artistica, allievo di Umberto Mastroianni, si è diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e da Giorgio Romani, 52 anni, si forma come autodidatta frequentando gli studi di diversi artisti reggiani. È stato Assessore alla Cultura tra gli anni ’80-’90 a Quattro Castella, organizzando parecchi eventi artistici e culturali.
Il disegno presenta una piattaforma rotonda, una sorta di zattera sospinta dalle vele nel mare agitato dell’esistenza con sopra un libro aperto sul quale si posa una colomba, poiché, afferma Romani: “la libertà non si conquista una volta per tutte, ma è sempre da riscrivere”. Nelle vele vengono ritagliate le sagome di uccelli in volo, un omaggio ai Migratori di Montecchi e nel contempo un volo dinamico verso la libertà.
Particolare cura viene posta nella scelta del materica per rendere un’idea pittorica e non solo scultorea: verde serpentino per il marmo della piattaforma in accordo con gli spazi naturalistici circostanti, accostato al colore grigio della pietra, il bianco per le colombe, simbolo di pace, l’acciaio per le vele.
Coluccio e Romani intendono accordare la tradizione con l’innovazione, coniugando materiali antichi come il marmo e la pietra, utilizzati nelle vecchie case, e la moderna tecnologia dell’acciaio inossidabile. La piattaforma riprende la forma semiovale della piazza in cui verrà collocata, in sintonia con l’ambiente urbano e naturale.
Monumento a Matilde (Quattro Castella)
Opera del milanese Sergio Brizzolesi, la statua di Matilde tiene in mano il melograno, simbolo di concordia; in bronzo, su un basamento di pietra che reca la firma della Contessa di Canossa.
È collocata alle pendici del castello di Bianello nel piazzale dell’antica Chiesa di S. Antonino.
Irene – Monumento alla Pace (Quattro Castella)
Il monumento “Irene” fu realizzato su committenza del Comune di Quattro Castella nel 1989 dallo Studio di Architettura “Arcanto” di Vitaliano Biondi. Macchina scura e lucida, con un ampio cappello ruotante in cima, “Irene” è stata creata per esprimere il desiderio di giustizia, di solidarietà internazionale e di necessità di disarmo.
Ogni anno, in occasione dell’anniversario della Liberazione, la lastra attraverso la quale il monumento-torchio stampa, viene aggiornata con prototipi realizzati da artisti contemporanei o dagli studenti delle scuole castellesi. Il monumento alla pace contiene infatti una particolare “pressa” che imprime l’immagine di “pace” su un semplice foglio bianco da disegno. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della Liberazione, la lastra attraverso la quale il monumento-torchio stampa, viene sostituita: esse vengono create ogni anno da artisti contemporanei diversi.
Simposio di scultura (Varie location)
Il territorio di Quattro Castella opera numerose opere di scultura di grandi artisti nazionali e internazionali realizzate nell’ambito del Simposio di Scultura, una manifestazione annuale promossa dall’Amministrazione comunale nel periodo compreso fra il 1992 e il 1997.
Di seguito è riportata una testimonianza di Vasco Montecchi relativa al Simposio di Scultura:
“”Era da tempo che avevo in mente di realizzare un simposio di scultura in qualche comune della provincia di Reggio Emilia, memore dell’esperienza personale in Spagna, nei Paesi Baschi, a Mondragon di St.Sebastian nel 1987. Incontrandomi un giorno con l’allora Sindaco di Quattro Castella, Ivan Aleotti, feci la proposta di fare un simposio nel suo Comune: vidi subito che veniva accolta con evidente interesse. Trascorso qualche tempo mi convocò per cercare di capire che cosa effettivamente fosse un simposio di scultura, quali i tempi e le modalità di esecuzione. Si decise allora, con la collaborazione del laboratorio e studio d’arte di Luigi Corsanini di Carrara, di organizzare il 1° Simposio a Quatto Castella nel settembre 1992. Il progetto iniziale era quello di realizzarne 10, con la presenza di tre scultori, uno italiano e due stranieri, per ciascun simposio. In realtà siamo arrivati a 6 simposi, un grande obiettivo ed uno splendido risultato comunque. Dopo avere partecipato al primo, continuai la collaborazione, seguendo tutti gli altri cinque, cercando gli scultori ed accollandomi l’organizzazione assieme alla Biblioteca Comunale, grazie all’appoggio in particolare della dott.ssa Roberta Frignani.” In questo modo il Comune di Quattro Castella ha avuto la possibilità di far realizzare ben 18 sculture, attualmente collocate negli spazi urbani delle sue frazioni.
Gli artisti che hanno partecipato alla realizzazione del progetto: J.M. Filaccio, M.A. Karini , D. Markova, in un simposio a loro interamente dedicato nel 1996, per riconoscere le pari opportunità tra i due sessi. Gli altri scultori : B. Anson, P. Bukur, A. Camino, A. Cargonia, M. Ceglie, G. Corsanini, M. Frare, Y. Liebard, U. Marxer, V. Montecchi, Y. Ogata, P. Pulido, J. Romeo, T. Santeusanio, R. Van Schil, hanno accettato di confrontarsi e lavorare assieme, scambiandosi le loro esperienze in campo artistico.
Mathilde Lucens (Montecavolo)
Il monumento a Matilde di Canossa (“Mathilde Lucens”) posizionato in piazza Nilde Iotti a Montecavolo è stato realizzato dai tre artisti castellesi Ramon Del Monte, Giorgio Romani e Saverio Coluccio nell’ambito delle attività artistica del “Medardo Rosso”.
Il monumento è stato inaugurato insieme alla riqualificata piazza nel mese di settembre 2020.