Antiche chiese e luoghi di culto
Chiesa di S. Antonino (Quattro Castella)
L’attuale chiesa parrocchiale sorge nell’area e sui ruderi di una antica chiesa matildica, restaurata nel 1112 – secondo quanto testimoniato da un’epigrafe incisa su pietra d’arenaria canossina e incastonata all’interno della chiesa all’altezza del primo capitello di destra – e a sua volta preceduta in località “Ghesiòla” da una chiesetta databile a qualche secolo prima del Mille ed eretta non appena il cristianesimo si fu consolidato in questa fascia pedemontana. Resta tuttora legata ad un’affascinante ipotesi la controversa tesi di una primordiale chiesa, sorta a Quattro Castella nel 385, come dall’epigrafe menzionata. Sta di fatto che sulla strada pre-romana – quasi una vie Emilia pedemontana – che correva lungo l’asse Montefalcone-Mediano, non era assurdo trovare una chiesa nel IV secolo, quando il fervore neo-cristiano scaglionava, secondo un ritmo culturale del tempo, cappelle e “maestà” sulle strade di maggior transito e a distanza di una giornata di cammino tra loro. Ciò che non possono testimoniare gli esperti per mancanza di affronti e di criteri non omologabili, lo possono intuire gli storici colmando per intuizione certe lacune. Lo stesso Andrea Balletti, storico nostrano, crede nella chiesetta del IV secolo. La chiesa matildica non era molto spaziosa, ma certamente costruita con buon gusto e “a buon fine” come dimostrano i blocchi squadrati di arenaria e i frammenti scolpiti, ancora visibili all’esterno della chiesa e della sagrestia. La bella chiesetta, allora orientata a Nord, invecchiò e verso la metà del 1500 si pensò di rifarla di sana pianta, a croce latina, con uno stato di avanzamento dei lavori legato alle scarse finanze e alla proverbiale flemma degli operatori di quel tempo. Si diede priorità all’abside, al presbiterio, al transetto. Nel 1615 iniziò la navata, vennero sistemati altri quattro altari e vennero aperte due porte laterali. Il vescovo Marliani, in visita pastorale nel 1664, la trovò così, ancora incompleta e con una vaga forma a croce greca. Il grosso dei lavori a completamento della chiesa, venne affrontato e condotto a termine dal priore Alfonso Canossa, dal 1701 al 1716. Venne prolungata la navata per circa nove metri, si aggiunsero gli altari di S. Pietro e S. Luigi e venne approntata la facciata, rimasta poi incompiuta per motivi sconosciuti. Altri lavori di consolidamento e di finitura, fuori e dentro la chiesa, vennero eseguiti sotto l’arciprete Luigi Bertani (1935-1937) con il contributo del pittore G. Baroni (Ascensione, Trionfo dell’Eucarestia e altre varie decorazioni in chiaroscuro) e dell’ingegnere T. Ferrari. La chiesa venne consacrata il 10 Ottobre 1937 dal vescovo E. Brettoni. Le croci apposte sulle colonne testimoniano la consacrazione. Sulla facciata e sui fianchi della chiesa restano i fori nei quali vennero infisse le travi dell’impalcatura durante i lavori dell’erezione dei muri e alcune lapidi, precarie testimonianze dell’antico cimitero. Di storico interesse le lapidi dei concittadini castellesi C. Ferrarini (patriota ed espero agrario, morto nel 1830) e di C. Lamberti (filosofo e medico, morto nel 1832).mLa chiesa, molto apprezzata per le sue doti di contenitore religioso e artistico, è stata oggetto di un intervento conservativo di portata radicale, completato nel 1992 con la ristrutturazione della “reggia” antistante la porta principale, le ancone delle quattro cappelle laterali e il Battistero.
Chiesa Madonna della Battaglia (Bergonzano)
Nell’estremo lembo della parrocchia di Quattro Castella, sulla via matildica per Canossa, tra Bergonzano e Sedignano, al confine con le parrocchie di S. Polo e di Grassano, sorge un piccolo Santuario con annessa casa canonica, dedicato alla Beata Vergine della Battaglia. Il titolo “della Battaglia” si riferisce certamente allo scontro tra gli eserciti dell’imperatore tedesco Enrico IV e di Matilde di Canossa, cui arrise la vittoria a monte Giumigna (Sedignano – 1092). La chiesetta della Battaglia fu testimone di altri fatti d’arme: nel 1233 passarono da queste parti le truppe mandate da Reggio a distruggere Canossa; nel 1557-58 le soldataglie di Ottavio Farnese e di Alfonso d’Este misero a segno diverse razzie su queste colline. È del 1528 la notizia che la Madonna facesse quassù alcuni miracoli. Nel 1665 la chiesetta risulta in stato precario per un incendio e per l’incuria alla quale era stata abbandonata. Nel 1724 viene ricostruita dai fedeli della zona e lo stesso vescovo di Reggio, Ludovico Forni, le fa visita e ne approva l’apertura al culto. Una pietra sovrastante la finestrella posta a sinistra della porta d’ingresso reca, appunto, la data del 1724; mentre una seconda pietra datata al 1868, posta sulla finestrella di destra, sta ad indicare probabilmente un successivo restauro. Nel 1805 la cura della cappella passa al parroco di Grassano al parroco di Quattro Castella, per essere poi avocata a se stesso dal vescovo Pietro Raffaelli (1861) che si fa rappresentare da un Rettore. Ogni prima Domenica di Maggio ha luogo la Sagra Campestre della Madonna della Battaglia, con una messa comunitaria ed altre iniziative. Da Maggio ad Ottobre,ad ogni 13 del mese, parte da Bergonzano un corteo penitenziale che, a piedi, raggiunge il Santuario recitando il Rosario e partecipando poi alla Messa. Numerosi sono i pellegrini che, da soli o in gruppo, raggiungono la Madonna della Battaglia, ogni Domenica e durante la bella stagione.
Chiesa S. Giorgio (Roncolo)
Il primo documento che cita la “Cappellam Sancti Georgi” di Fano (come era anticamente chiamata la località di Roncolo) è datato al 1082: si tratta di un atto di donazione del Vescovo Eriberto a favore del Monastero di Canossa. Nel 1144 risulta essere dipendente dalla Pieve di Cavilliano (San Polo), mentre nel 1318 la troviamo inserita nel plebanato di Bibbiano. A metà del ‘500 la chiesa si trovava in pessimo stato di conservazione tanto che durante la sua visita pastorale il Cardinale Cervini la dichiara come “minatur ruinam. .. et ceteri indigent reparatione alioquin ruent” (minaccia rovina… altri necessitano di restauro altrimenti crollano). La visita pastorale del Vescovo Mariliani del 1664 viene corredata da una pianta che ne riporta le fattezze e il suo Cancelliere la descrive come “esigua et paupere aedicula partim scandulata partim satis fornicata” (piccola e con una mediocre edicola in parte realizzata con assicelle e in parte voltata). L’inventario fatto nel 1672 dal Rettore Giovanni Bianchi riferisce anche le dimensioni dell’antica chiesa: misurava 17 braccia di lunghezza e 8 braccia di larghezza (un braccio corrisponde a circa 64 cm). La chiesa antica rimase in uso fino al XVIII secolo quando il Canonico Prospero Scaruffi, con sua cura e spese, ne fece costruire una nuova dalle fondamenta (era il 1732).
Antica Chiesa S. Maria (Montecavolo)
La chiesa, in rovina nel 1543, è stata rifabbricata alla fine del XVI secolo. Nel Settecento è stata nuovamente ristrutturata. Il corpo maggiore è costruito nel 1749 presumibilmente su disegno dell’Architetto Ferraboschi e ad opera di Mastro Lusignani di Puianello, ed infine compiuta nel 1751 con una pianta a croce greca. La facciata è a capanna, slanciata; due coppie di lesene su alto basamento ne sottolineano il prospetto concluso da un frontespizio spezzato al centro da un ampio finestrone trapezoidale. L’edificio è orientato liturgicamente.
Eremo di Salvarano (Chiesa di S. Michele Arcangelo)
La sua origine è molto antica: pare che risalga all’anno 898 (data confermata da un documento del 1156). Della costruzione di quei tempi è rimasto ben poco;con l’arrivo delle Sorelle Minori Cappuccine si è creato attoeno ad esso un movimento di preghiera e accoglienza; è ancora in fase di restauro.
Chiesa S. Maria della Mucciatella (Puianello)
In posizione panoramica, rifabbricata come gran parte delle altre chiese nel ‘700, presenta un’elegante facciata con fronte centrale a capanna. La Chiesa è considerata un sito templare e saltuariamente ospita eventi e riti organizzati dall’Ordine dei Cavalieri Templari Cattolici D’Italia.