La Battaglia della Nebbia – 1092 d.c. – Monte Giumigna
La Battaglia della Nebbia fu un importante scontro tra gli eserciti dell’Imperatore tedesco Enrico IV e di Matilde di Canossa, combattuta sul monte Giumigna (Sedignano). La battaglia avvenne nell’ottobre 1092 a causa del tentativo di Enrico IV di espugnare la rocca di Canossa.
Fu una battaglia importante, che cambiò il corso della Storia, nell’ambito della “Lotta per le investiture” (la scelta e l’ordinazione dei vescovi) che contrappose il Papato e l’Impero durante i secoli XI e XII. Dopo quella sconfitta l’imperatore Enrico IV abdicò a favore del figlio Enrico V, che nel 1111 incoronerà Matilde di Canossa a Vicaria Imperiale d’Italia presso il Castello di Bianello.
Donizone da Canossa, fedele biografo di Matilde, nella sua opera intitolata “Vita Mathildis” riferisce che Enrico IV, vedendo la giornata limpida, svoltò verso San Polo, convinto di poter cogliere di sorpresa la rocca di Canossa. Ancora era impressa nella sua mente la famosa umiliazione subita nel 1077, quando si recò in penitenza a Canossa per incontrare Papa Gregorio VII e ottenere la revoca della scomunica legata alla lotta per le investiture (rimase per tre giorni, dal 25 al 27 gennaio, in attesa di fronte all’ingresso del castello; il 28 gennaio il Papa decise di revocare la scomunica, soprattutto grazie alla mediazione di Matilde). L’imperatore pensava che fosse finalmente arrivato il tempo della vendetta. La Contessa e le sue milizie erano già radunate a Canossa. Appena seppe che Enrico IV marciava verso San Polo, lasciò a presidio della rocca il marito Guelfo e una parte delle forze, mentre con le altre mosse lei stessa verso il Castello di Bianello.
Chiesa della Madonna della Battaglia – Bergonzano di Quattro Castella
Mentre Matilde giungeva con le schiere, in colonne serrate, al monte Giumigna, il nemico in ordine sparso era già pervenuto sul monte Lintergnano. Entrambe le parti si sorpresero della reciproca vicinanza, per cui le milizie della Contessa si affrettarono a chiudersi nel castello di Bianello e quelle imperiali ad avanzare verso Canossa. Veduta tale mossa del nemico, alcuni capitani della Contessa, con le rispettive milizie, tornarono indietro da Bianello per rinforzare il presidio di Canossa, dopo che Matilde li ebbe esortati ad impugnare le armi assieme agli altri e a respingere l’assalto di Enrico IV. Nell’accorrere alla rocca, essi riuscirono ad evitare il combattimento cui erano provocati dai contingenti imperiali e a ricongiungersi con il grosso della guarnigione. Quando poi le trombe di Enrico IV iniziarono a chiamare l’esercito all’assalto, e mentre già l’abate Giovanni coi monaci salmodiava invocando tutti i santi a proteggere la rocca, ecco stendersi per l’aria, d’improvviso, una fittissima nebbia.
Le milizie della Contessa, che ben conoscevano il territorio, combatterono coraggiosamente ed il nemico era bersagliato da dardi e frecce. Cadde un solo canossiano, mentre fu strappato il gonfalone imperiale, che fu portato in trionfo nel tempio di sant’Apollonio, all’interno del castello di Canossa. La perdita di quel vessillo segnò l’inizio del declino dell’Imperatore, e proprio da allora prese consistenza il soprannome di Perdicause.
I militi tedeschi si ritirarono presto al quartiere di Enrico IV, situato su un monticello vicino. Durante la ritirata, le truppe matildiche inflissero un’altra dura lezione alle milizie germaniche, proprio dove ora si trova la Madonna della Battaglia. Non potendosi più vedere la rocca a causa della fittissima nebbia, l’Imperatore decise la ritirata verso Bibbiano. Dopo aver trascorso notte a Bibbiano, Enrico IV si affrettò a raggiungere il fiume Po, passandolo il mattino seguente.
Dalla Battaglia della Nebbia prende il nome anche la suggestiva Chiesa ”Madonna della Battaglia”, che è situata a poche centinaia di metri dalle colline luogo del combattimento.